Vaticangate: il caso Boffo visto dalle segrete stanze della Chiesa
Fonte:http://blog.panorama.it
Un segreto custodito da un manipolo di fedelissimi, un’arma di ricatto nelle mani degli avversari, un’imbarazzante verità da seppellire negli archivi giudiziari. L’affaire Boffo ha assunto una dimensione che neppure il cardinale Camillo Ruini, informato sulla vicenda da almeno cinque anni, avrebbe mai immaginato.
Tutto si consuma all’ombra dei sacri palazzi, come rivela Panorama: la denuncia di una coppia di coniugi molto in vista presso la curia di Terni per le molestie telefoniche subite dalla figlia, la scoperta che quelle chiamate partivano dal telefono del direttore di Avvenire, la transazione fra le parti e la consegna del silenzio.
Tanto basta ai massimi vertici delle gerarchie ecclesiastiche italiane per convincersi che l’ambiguo episodio sarebbe rimasto nascosto e presto dimenticato. Così è stato, almeno fino alla morte di Giovanni Paolo II, il 2 aprile 2005. Ma quando scompare il Pontefice polacco, grande sponsor di Ruini per oltre 20 anni, la sorte dell’ex presidente della Cei sembra segnata. A nulla vale il ruolo di grande elettore di Joseph Ratzinger giocato dal porporato emiliano nel conclave.
L’ex plenipotenziario di Papa Wojtyla per l’Italia e, fino a quel momento, indiscusso protagonista della Chiesa nel nostro Paese è troppo ingombrante per le nuove figure emergenti, tra i quali il futuro segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Così la vicenda di Terni diventa un cavallo di Troia per colpire Ruini e i suoi fedelissimi, a cominciare dal braccio destro, Dino Boffo, che ha in mano la comunicazione della Chiesa italiana con la direzione del quotidiano Avvenire, dei servizi giornalistici della tv Sat2000 e del circuito Radio InBlu (circa 200 emittenti locali).
È il 20 settembre 2005: ad appena cinque mesi dall’elezione di Benedetto XVI parte la prima stoccata contro Ruini. Il blogger Mario Adinolfi (oggi a fianco di Franceschini per la segreteria nazionale del Pd) rivela l’esistenza di un decreto penale di condanna a carico di Boffo ma annuncia che gli atti sono stati secretati. Per i vertici della Cei è facile mettere Adinolfi in cattiva luce: in forza alla sezione politica di Avvenire, anni prima il giovane giornalista ha lasciato il quotidiano cattolico dopo un feroce scontro con Boffo. Dunque una vendetta poco credibile, ma tanto basta perché si cominci a mormorare della misteriosa vicenda di Terni che il direttore di Avvenire vorrebbe tenere nascosta.
Trascorre altro tempo e il 22 giugno 2006 il Papa annuncia la nomina del cardinale Tarcisio Bertone a segretario di Stato. Appena un mese dopo la Nuova agenzia radicale torna sulla vicenda di Terni. Il vaticanista Maurizio Di Giacomo adombra l’esistenza di una condanna a carico di Boffo per molestie a un minorenne. Cominciano a circolare le prime lettere anonime. Il 7 marzo 2007 Ruini deve cedere il passo al nuovo presidente della Cei, Angelo Bagnasco. Il 12 gennaio 2008 Panorama dà conto dell’uso spregiudicato dei dossier contro Boffo per mettere in discussione la direzione di Avvenire e, per la prima volta, pubblica la sentenza.
Un decreto penale di condanna al pagamento di 516 euro per aver molestato persone via telefono o in luogo pubblico (art. 660 del Codice penale).
Nel frattempo il cardinale Bertone commissiona un progetto per studiare la riorganizzazione del quotidiano cattolico. Quattro gli obiettivi da perseguire: riduzione dei costi (Avvenire grava per oltre 10 milioni di euro l’anno sul bilancio della Cei); maggiore attenzione al pluralismo delle voci del mondo cattolico; più sensibilità per il territorio e, naturalmente, maggiore sintonia con la segreteria di Stato che ha avocato a sé i rapporti con la politica italiana, fino ad allora nelle mani del cardinal Ruini.
Nella visione del cardinal Bertone, l’Osservatore romano e Avvenire dovrebbero essere complementari: il primo legato alla Santa sede e con un respiro più internazionale, il secondo legato alla Chiesa italiana e con una vocazione nazionale. Si comincia a discutere della sostituzione di Boffo, dopo 15 anni alla guida del quotidiano (si fanno i nomi più disparati, dall’ex vicedirettore vicario del Sole 24 ore, Gianfranco Fabi, al giornalista Gianni Cardinale, dal direttore del Centro internazionale di Cl, Roberto Fontolan, al vaticanista Andrea Tornelli).
Ma per scegliere un nuovo direttore di Avvenire bisognerà anche intervenire sulla composizione del cda del quotidiano: nove membri ancora in larga parte di “fede ruiniana”. Si arriva così all’assemblea generale della Cei del maggio scorso in Vaticano. Tra i diversi temi all’ordine del giorno c’è anche il futuro dei media della Chiesa italiana, in particolare Sat 2000 dopo l’avvento del digitale terrestre. La questione non è di poco conto: Ruini aveva disegnato uno straordinario assetto della comunicazione dei cattolici composto da un quotidiano (Avvenire), una tv (Sat2000), una radio (InBlu), affidate a Boffo, cui si aggiungevano un’agenzia di stampa nazionale (Sir) e la rete dei 150 settimanali cattolici diocesani, più le radio e le tv cattoliche locali. Una vera e propria macchina da guerra mediatica che ha portato i suoi frutti in termini di visibilità e di presenza della Chiesa italiana ma che ormai appare a molti insostenibile dal punto di vista dei costi.
Soprattutto Sat2000 si è rivelata un pozzo senza fondo gravato dai nuovi oneri per garantire la presenza dell’emittente dei vescovi sul multiplex Rai del digitale terrestre. Cifre alla mano, per il tramite della Fondazione comunicazione e cultura, la tv peserebbe indirettamente sul bilancio della Cei per almeno 20 milioni di euro l’anno.
Già 10 anni fa, quando è nata Sat2000, molti vescovi avevano sollevato dubbi sull’opportunità di investire capitali così ingenti nell’emittente satellitare dei cattolici italiani. Oggi la questione si fa più drammatica perché la crisi economica e il crollo delle borse hanno eroso una fetta consistente del bilancio della Cei (i “proventi finanziari” nel conto economico della Cei sono scesi dai quasi 33 milioni di euro del 2007 ad appena un milione e 700 mila nel 2008).
In questo scenario la lettera anonima unita al certificato penale di Boffo, inviati ai vescovi italiani in vista dell’assemblea generale del maggio scorso, appaiono come un maldestro tentativo (ideato fuori dai sacri palazzi) per vincere le ultime resistenze a voltare pagina nel settore dei media ecclesiali. La lettera viene ovviamente cestinata ma nel parlamento dei vescovi si comincia a parlare di un cambio di strategie di Sat2000 (che prenderà il nome di Tv2000): l’obiettivo è accentuarne la caratteristica di centro di produzione programmi per le emittenti locali collegate. In futuro, secondo alcuni vescovi, questa dovrebbe diventare la vera mission dell’emittente se si vorranno ridurre i costi.
Ma nella lettera anonima c’è anche un significativo riferimento all’Istituto Giuseppe Toniolo, la “cassaforte” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il comitato permanente dell’Istituto Toniolo, dove siede anche Boffo, nomina la maggioranza dei membri nel cda dell’ateneo. Brucia ancora la vicenda del 2002, quando il rettore uscente, Sergio Zaninelli, si candidò alla rielezione con la benedizione del segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano; appena un mese dopo ritirò la sua candidatura spinto dai vertici della Conferenza episcopale italiana che puntavano su Ornaghi, ispiratore e ghostwriter del cardinale Ruini per quanto riguarda i rapporti con la politica italiana.
Un dietrofront destinato a lasciare cicatrici profonde, per le vigorose proteste del presidente dell’Istituto, Emilio Colombo, dell’ex capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro e dell’ex ministro della Pubblica istruzione, Giancarlo Lombardi. Nel 2006 Lorenzo Ornaghi è stato riconfermato rettore dopo un lungo empasse del Toniolo per la nomina del cda.
L’anno prossimo scade il suo mandato e quel misterioso richiamo all’Istituto Toniolo nella lettera anonima sembra essere un altro segnale della messa in mora degli uomini di Ruini rimasti ai vertici della Chiesa italiana. Tenuto conto che Ornaghi è anche vicepresidente di Avvenire.
Gli attacchi di Vittorio Feltri a Boffo hanno avuto l’effetto di ricompattare, almeno temporaneamente, la Cei e il Vaticano, come testimoniano la telefonata del Papa al cardinale Bagnasco, le dichiarazioni di Bertone e le dimissioni respinte di Boffo. Forse si tratta solo di una tregua dettata dall’emergenza, però a ben vedere non c’è contrapposizione netta tra i vescovi italiani e la Santa sede, come ha spiegato il portavoce vaticano Federico Lombardi. Piuttosto si assiste a un pericoloso sfilacciamento.
Pezzi della Conferenza episcopale e del Vaticano affidano a Bertone le speranze di un rinnovamento nello stile di presenza e di azione della Chiesa italiana senza più Ruini. Altri settori della curia e della Cei restano invece fedeli al passato e fanno resistenza. Una fase di smarrimento pericolosa che priva la Chiesa italiana di un’identità forte e di una solida capacità di interlocuzione con la politica proprio mentre l’autunno annuncia grandi battaglie sul testamento biologico, la pillola abortiva, il sostegno alle famiglie e alle scuole non statali, le politiche dell’immigrazione.
Nelle scorse settimane, affacciandosi sullo splendid panorama del suo appartamento in viale Vaticano, forse il cardinale Ruini avrà pensato che erano tornati i bei vecchi tempi. La cena con Silvio Berlusconi, le telefonate dei politici e dei porporati amici, le riunioni del Comitato per il progetto culturale e, in prospettiva, il grande convegno internazionale, in dicembre a Roma, su “Dio oggi”, destinato a segnare il ritorno sulla scena dell’ex presidente della Cei.
Ma l’illusione è stata fatale. Di lì a qualche giorno la fine dell’era Ruini non poteva avvenire in modo più clamoroso. E per di più a causa del “fuoco amico”. Le bordate del Giornale contro Boffo, massimo interprete del ruinismo in campo politico ed ecclesiale, hanno provocato una slavina che rischia ormai di travolgere tutto ciò che resta di 15 anni di governo dell’acuto porporato di Reggio Emilia.
IL DERBY DEI SACRI PALAZZI
I bertoniani
• Gian Maria Vian (direttore dell’Osservatore romano)
• Card. Angelo Bagnasco (presidente della Cei)
• Mariano Crociata (segretario generale della Cei)
• Card. Agostino Vallini (vicario del Papa per la diocesi di Roma)
• Giuseppe Bertello (nunzio apostolico in Italia)
• Mauro Piacenza (segretario della Congregazione per il clero)
• Ettore Balestrero (sottosegretario per i Rapporti con gli stati)
• Arrigo Miglio (vescovo di Ivrea e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali)
I ruiniani
• Dino Boffo (ex direttore di Avvenire)
• Giuseppe Betori (arcivescovo di Firenze e futuro cardinale)
• Luciano Monari (vescovo di Brescia e vicepresidente della Cei)
• Card. Ennio Antonelli (presidente del Pontificio consiglio per la famiglia)
• Card. Carlo Caffarra (arcivescovo di Bologna)
• Card. Giovanni Battista Re (prefetto della Congregazione per i vescovi)
• Lorenzo Ornaghi (rettore dell’Università Cattolica di Milano)
• Claudio Giuliodori (vescovo di Macerata e presidente della Commissione per le comunicazioni sociali)
NOSTRO COMMENTO: E’ bene avere contezza di queste lotte interne che avvengono nella Chiesa, istituzione dove dovrebbe regnare la pace e la fraternità almeno fra i loro membri. Ma le parole di Cristo ogni tanto vi affiorano alla mente? Non disse per caso Gesù: “Amatevi come io vi amo” – “Non fare agli altri……..”. Ma in che mondo vivete! Ah! Dimenticavo non siete Voi della Chiesa quelli che non si scandalizzano di mantenere nel clero i “Preti pedofili” che sono stati e continuano ad essere lo scandalo dell’Umanità?;
non siete Voi della Chiesa quelli che non si scandalizzano di tenere in vita una associazione come l’Opus Dei, che andrebbe rivisitata da parte della magistratura per tutto lo schifo che accade all’interno per come testimoniano gli adepti (numerari che adoperano ancora il “cilicio”) della stessa Opus Dei?;
non siete Voi della Chiesa quelli che non hanno dato risposta alla lettera del prete genovese, Don Paolo Farinelli, al suo vescovo: "Avete fatto il diavolo a quattro sulle convivenze e sul caso Englaro. Ma assolvete il premier da ogni immoralità" "Perché trattate così bene Berlusconi?" Don Farinella scrive al cardinal Bagnasco "Io e molti credenti crediamo così avete perduto autorità. Molti si allontanano dalla Chiesa per la vostra morale elastica"?
Che ne dice, infine, la Chiesa del libro di “Gianluigi Nuzzi autore di “Vaticano S.p.a.” edito da Chiarelettere. Un libro che sta facendo discutere: dove emergono le finanze occulte del Vaticano. E' un viaggio tramite atti, documenti interni della santa sede negli affari più imbarazzanti e nascosti dell'Istituto opere di religione, (IOR) che è la banca del papa. Questo viaggio avviene grazie ad un archivio. Un archivio di monsignor Renato Dardozzi, che è stato prima il consigliere del cardinale Casaroli, poi del segretario di Stato Sodano e doveva proprio occuparsi di sistemare raddrizzare le vicende più tormentate della Santa Sede.?
Allora. Si rammenti la Chiesa di quanto Gesù Cristo disse: “Non guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro quando nel tuo c’è una trave…” . Chiedete perdono a Dio, se Vi riesce!